L’isola della Gaiola è un piccolo isolotto che si trova a Napoli sulla costa di Posillipo ed è talmente vicino alla costa da essere raggiungibile a nuoto.
Si trova immerso nell’area marina protetta Parco Sommerso della Gaiola, che si estende da Marechiaro a Trentaremi comprendendo verso il largo il banco di scogli della Cavallara.
Per la bellezza dei luoghi era una zona dove erano presenti magnifiche ville romane come la imponente villa imperiale edificata da Pollione.
E’ visitabile tutti i giorni tranne il lunedì da aprile ad ottobre dalle 9 alle 13 o dalle 14 alle 18 su prenotazione scrivendo alla mail info@gaiola.org oppure telefonando al numero 0812403235 .
La prenotazione consente di accedere gratuitamente da terra all’area di balneazione pubblica (Zona B) dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola, mentre la zona A è considerata riserva naturale integrale.
Il regolamento di accesso e salvaguardia della natura è molto rigido e tutti i trasgressori saranno interdetti dall’accesso al parco per 15 giorni.
Gaiola isola maledetta dai tempi dei Romani
Attorno all’isola della Gaiola sono nate strane leggende dovute soprattutto alla cattiva sorte dei suoi proprietari, motivo per il quale è disabitata da quasi cinquant’anni.
La leggenda narra che nei pressi della villa sorgesse in epoca romana la scuola di magia di Virgilio e che uno dei suoi adepti avesse lanciato sull’isolotto una maledizione perenne.
Nel XVII secolo inoltre viveva sull’isola della Gaiola un eremita soprannominato “Lo Stregone” che campava con l’elemosina dei pescatori e si diceva portasse male.
Noi napoletani crediamo molto al malocchio, siamo superstiziosi di natura.
Per i più scettici vediamo un po’ se riusciamo a fargli cambiare idea raccontando tutte le sventure dei proprietari della villa a partire da fine ottocento.
Nel 1871 fu acquistata da Luigi Negri il presidente della società italiana di pescicoltura e la società fallì.
Il secondo proprietario Hans Braun fu trovato morto in circostanze misteriose avvolto in un tappeto e la moglie sempre alla Gaiola annegò a mare qualche mese dopo.
La villa passò così al tedesco Otto Grunback, che morì d’infarto mentre soggiornava nella villa
Negli anni cinquanta fu acquistata dal magnate farmaceutico Maurice Sandoz che morì suicida in manicomio.
Per qualche anno fu di proprietà di Gianni Agnelli (famiglia anch’essa piena di disgrazie) che la cedette al miliardario Paul Getty il cui figlio fu rapito dalla ndrangheta nel 1973.
L’ultimo proprietario, Gian Pasquale Grappone, detto Ninì, fondatore della Lloyd Centauro, poco dopo aver preso possesso dell’isola finì in galera, pieno di debiti coinvolto nel fallimento della sua società di assicurazione “Colombo”.
La moglie Pasqualina Ottomeno, che chiude questa lista ben poco allegra, morì in un incidente stradale proprio nel periodo in cui il marito finì in prigione.
L’ultimo manufatto che si vede sull’isola sono i resti della residenza di Gian Pasquale Groppone.
Successivamente fu messa all’asta ed attualmente è di proprietà della regione Campania.
La regione a sua volta l’ha affidata alla associazione Marevivo per valorizzarne le risorse marine.
Il progetto non è andato mai in porto e quindi la proprietà è stata affidata alla Soprintendenza archeologica che ha realizzato nei suoi pressi un centro di ricerca.