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Antonio Cardarelli: storia di un uomo illustre

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Antonio Cardarelli rappresenta un’icona della medicina del XX secolo, un uomo la cui erudizione e acume diagnostico sono stati venerati in tutto il mondo accademico. Le sue pubblicazioni erano testi fondamentali nelle università di ogni angolo del pianeta, e la sua fama di medico esperto si diffuse rapidamente. Nel corso del tempo è stato definito il medico più amato di tutta Napoli, insieme al collega Giuseppe Moscati. Lungo i paragrafi di quest’articolo sarà facile comprenderne i motivi.

Il famoso occhio clinico

La semeiotica, disciplina fondamentale che indaga i segni e i sintomi clinici, ha conosciuto un’enorme influenza grazie al genio di Antonio Cardarelli, il celebre medico molisano. La sua eredità è testimoniata da ben sedici segni clinici che portano il suo nome, i quali si applicano a una vasta gamma di patologie, dall’aneurisma all’echinococco del fegato, dai tumori alla pleura alle neoformazioni mediastiniche. Questi segni non sono altro che il risultato della rigorosa metodologia scientifica con cui Cardarelli condusse le sue osservazioni cliniche, utilizzando il suo leggendario “occhio clinico” per leggere il paziente come si legge un libro aperto.

La sua straordinaria abilità diagnostica lo rese unico tra i medici della sua epoca. Mentre altri clinici si affidavano alle informazioni lette, Cardarelli si basava su ciò che aveva visto con i propri occhi. Questo approccio gli permise di diagnosticare con precisione e rapidità patologie gravi anche in soggetti apparentemente sani.

Un aneddoto celebre racconta che Cardarelli fosse in grado di diagnosticare un aneurisma dell’aorta facendo pronunciare al paziente la semplice lettera “a”. Questa capacità diagnostica suscitava spesso l’invidia e le dispute dei suoi colleghi medici, ma al contempo alimentava il mito e le leggende che circondavano la sua figura.

Ci sono molte storie che illustrano il suo incredibile “occhio clinico”. Si narra che, durante una visita a un paziente malato di finto, Cardarelli riuscì a diagnosticare una nefrite cronica, nonostante gli scherzi dei colleghi. Il paziente, divertito dal gioco, rifiutò le cure e morì poco dopo.

Il professore Di Nardo, uno dei suoi biografi, racconta altri due aneddoti significativi: uno riguardante la diagnosi di tubercolosi fatta a un cantante durante un concerto e l’altro riguardante l’individuazione di un aneurisma dell’aorta semplicemente ascoltando il grido rauco di un pescivendolo che passava vicino alla sua carrozza.

Oltre alla sua abilità diagnostica, Cardarelli pubblicò numerosi studi su vari campi della medicina, tra cui gli aneurismi, i tumori, le malattie cardiache funzionali e nervose e le pseudo-leucemie infantili. Il suo contributo alla medicina rimane indelebile e continua a ispirare generazioni di medici.

La lotta contro le critiche della stampa

Tra le molte storie che circondano la sua figura, una in particolare mette in luce il suo straordinario talento diagnostico. Nel 1903, durante un incontro con uno studente, Cardarelli si permise di mettere in discussione le diagnosi dei medici del Papa Leone XIII, che avevano diagnosticato al Pontefice una pleurite. “Il Papa ha un tumore e morirà presto”, disse Cardarelli con sicurezza. Lo studente, meravigliato, chiese come potesse fare una simile affermazione senza neanche aver visitato il Papa. La risposta di Cardarelli fu eloquente: “Le informazioni del bollettino medico vaticano non lasciano spazio a interpretazioni”.

Questo scambio di parole, maliziosamente pubblicato su un giornale dallo stesso studente, causò un’ondata di derisione e critica nei confronti di Cardarelli da parte del Vaticano e della comunità scientifica europea. Tuttavia, come altri grandi medici come Giuseppe Moscati, Cardarelli dedicò la sua vita alla cura dei meno abbienti, rimanendo sempre saldo nelle sue convinzioni laiche.

Le leggi fasciste lo costrinsero a ritirarsi dall’insegnamento all’età di 92 anni, suscitando le proteste di tutti gli studenti universitari di Napoli, che continuarono a seguirlo privatamente per ricevere le sue preziose lezioni. Questo episodio testimonia non solo la straordinaria competenza di Cardarelli, ma anche il suo impegno incrollabile nei confronti della medicina e dell’istruzione, nonostante le avversità politiche e sociali.

La biografia

Antonio Cardarelli nacque il 29 marzo 1831 a Civitanova del Sannio, da Urbano Cardarelli, stimato medico locale, e Clementina Lemme, baronessa di Belmonte del Sannio. Fin da giovane dimostrò una straordinaria passione per gli studi, completando la sua formazione nel Seminario Vescovile di Trivento e successivamente iscrivendosi al collegio Medico di S. Aniello a Napoli.

La sua carriera medica cominciò presto, laureandosi in Medicina e Chirurgia nel 1853 a soli 22 anni. Durante i suoi anni di studio, Cardarelli si unì ai movimenti Garibaldini e Mazziniani, suscitando le ire del governo borbonico di Napoli. Nonostante le difficoltà, riuscì a distinguersi nel mondo accademico e a emergere come uno dei più brillanti clinici della sua epoca.

La sua reputazione crebbe ulteriormente quando divenne primario all’Ospedale degli Incurabili, dove le sue capacità diagnostiche innovative lo resero celebre. Nel 1880, Cardarelli vinse la cattedra di Patologia Medica all’Università di Napoli, dove insegnò per oltre 40 anni. Durante questo periodo, ebbe modo di formare e influenzare molte generazioni di medici, tra cui il suo allievo prediletto, Luigi D’Amato.

Parallelamente alla sua carriera accademica, Cardarelli intraprese anche un’attiva carriera politica. Dal 1880 al 1904 fu deputato alla Camera e successivamente al Senato del Regno, rappresentando il Collegio di Isernia e difendendo gli interessi della sua regione, il Molise. In Parlamento, Cardarelli si distinse per il suo impegno a favore della sanità pubblica e dell’istruzione universitaria, proponendo soluzioni innovative per migliorare l’assistenza medica e l’accesso alle cure.

Tra i suoi interventi più significativi, si ricorda la critica al Ministro Guido Baccelli per la gestione dei fondi destinati agli ospedali e la proposta di istituire policlinici per ridurre i tempi di degenza e migliorare l’efficienza del sistema sanitario. Cardarelli si distinse anche per la sua sensibilità sociale, chiedendo interventi per migliorare le infrastrutture nel Molise e abbassare il prezzo del sale, un alimento essenziale per la popolazione.

La sua eredità medica e politica è stata commemorata con numerosi riconoscimenti e dediche, tra cui l’intitolazione di ospedali, strade e monumenti in diverse città italiane, testimonianza del profondo impatto che ha avuto sulla società del suo tempo e sulle generazioni future.

I funerali emblematici a Napoli

L’8 Gennaio 1927 il Corso Umberto a Napoli è gremito di decine di migliaia di cittadini in lacrime, mentre petali di fiori adornano il suolo e il vento porta il lamento di una città in lutto. Avanza lentamente un carro funebre grandioso, maestoso nella sua semplicità, trainato non da cavalli, ma da una processione di studenti di medicina, gli stessi che un tempo furono guidati dalle sapienze del grande uomo ora salutato. Sul carro, una bara di legno modesta, simbolo di umiltà e nobiltà d’animo, racchiude il corpo di Antonio Cardarelli, che ha chiuso gli occhi a 96 anni.

Il suo paese natale, Civitanova del Sannio, lo onora ancora oggi come un santo. Ma il ricordo di Cardarelli va oltre le parole scolpite nelle lapidi e le cerimonie ufficiali. In vita, l’illustre medico non desiderava tributi pomposi o onori smisurati. Anzi, negli ultimi anni, seppe della preparazione di un sontuoso funerale organizzato dall’Università, ma espresse chiaramente il suo desiderio di modestia e semplicità. Nelle sue ultime volontà, dispose che l’intera eredità fosse destinata a finanziare gli studi di un giovane meritevole, un gesto di generosità che rimase irrealizzato.

Il popolo, tuttavia, volle rendere omaggio al suo amato medico in maniera spontanea e sincera. Fu così che gli studenti della facoltà di Medicina, guidati dal profondo rispetto e gratitudine per il maestro che li aveva ispirati, organizzarono il funerale a spese proprie. Fu un tributo commovente, sincero e genuino, all’altezza della grandezza di Cardarelli.

Quando si parla di Antonio Cardarelli, bisogna chinare il capo con reverenza. Medico e studioso fra i più autorevoli di tutto il XX secolo, le sue opere e le sue scoperte hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della medicina. Le sue pubblicazioni erano studiate nelle università di tutto il mondo, e il suo nome risuona ancora oggi come un faro di saggezza e umanità in un mondo spesso dominato dalle ombre dell’ignoranza e dell’egoismo.

L’ospedale Cardarelli

L’edificazione dell’Ospedale Cardarelli a Napoli ebbe inizio nel 1927, sotto la direzione dell’architetto Rimini. Situato su una collina ben ventilata e strategicamente esposta, l’ospedale fu progettato per offrire una struttura moderna e efficiente alla città.

Il completamento del “Nuovo Ospedale Moderno di Napoli”, noto anche come “23 Marzo”, avvenne nel 1934, con i vari padiglioni specialistici e le infrastrutture complementari terminati negli anni successivi al conflitto mondiale. Durante la guerra, l’ospedale fu requisito prima dai tedeschi e poi dalle Forze Alleate di liberazione.

Nel 1943, l’ospedale prese il nome di Antonio Cardarelli, in onore del rinomato clinico e maestro Antonio Cardarelli, famoso per i suoi studi sulle malattie cardiache e sulle patologie delle vie biliari.

Negli anni successivi, l’Ospedale Cardarelli si sviluppò ulteriormente, diventando un punto di riferimento per l’assistenza sanitaria nella regione Campania. Nel 1974 fu inaugurato un eliporto per facilitare il trasporto di pazienti in condizioni critiche.

Negli anni ’80, con l’istituzione delle Unità Sanitarie Locali, l’Ospedale Cardarelli acquisì maggiore importanza come struttura ospedaliera. Nel 1988 fu completato un nuovo padiglione dedicato all’ortopedia e alla riabilitazione, mentre nel 1990 fu inaugurato il moderno Padiglione dell’Emergenza.

Nel 1995, l’azienda ospedaliera assunse la denominazione di Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione “A. Cardarelli”, confermando il suo ruolo di riferimento nazionale nell’assistenza sanitaria.

L’Ospedale Cardarelli offre una vasta gamma di servizi diagnostici, curativi e riabilitativi per un ampio bacino di utenza, con un focus particolare sull’assistenza specialistica, l’attività didattica e la ricerca scientifica. Dal 2003, l’ospedale fa parte del Centro Regionale di Competenza “Bioteknet”, contribuendo alla ricerca applicata nel campo delle biotecnologie.

La cooperazione e l’integrazione delle diverse professionalità presenti nell’ospedale consentono di fornire un’assistenza di alta qualità e di rilevanza pubblica, confermando l’impegno dell’Ospedale Cardarelli nel garantire il benessere e la salute della comunità.

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