L’Ospedale degli incurabili di Napoli è uno dei complessi ospedalieri più affascinanti e antichi del mondo ed è proprio al suo interno che possiamo trovare la Farmacia degli incurabili: gioiello del complesso, dove il tempo sembra essersi fermato al Settecento, secolo in cui ha subìto una delle sue ristrutturazioni più significative.
L’ospedale degli incurabili
Non si può parlare della farmacia degli incurabili senza prima introdurre il complesso di cui fa parte: l’ospedale degli incurabili, una delle strutture più famose di Napoli e fino a qualche anno fa uno degli ospedali più antichi del mondo ad essere ancora attivo.
L’ospedale, che all’epoca si chiamava Santa casa degli incurabili, è stato fondato nel 1522, per volere di una nobildonna catalana, Maria Longo.
Moglie di un vicereggente della cancelleria di Ferdinando II d’Aragona, si trasferì a Napoli nel 1506.
Affetta sin da bambina da una grave artrite reumatoide, dovuta ad un avvelenamento domestico, che la costringeva a stare pressoché immobile, dopo la sua miracolosa guarigione avvenuta a seguito di un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto, Maria decise di entrare nel terz’ordine francescano per aiutare gli ammalati che si trovavano nel Castel Nuovo.
Ma il numero di infermi a Napoli andava sempre più aumentando e fu proprio questo il motivo che spinse Maria Longo a fondare un nuovo complesso ospedaliero, che potesse far fronte alle richieste di aiuto dei cittadini che venivano rifiutati da altri ospedali.
Fu direttrice della Santa casa degli incurabili per dieci anni, per la precisione fino al 1533, anno in cui divenne monaca di clausura fondando l’Ordine delle Trentatré, composto per la maggiore da prostitute convertite, reduci e guarite dalla sifilide, malattia che in quegli anni infestava sempre più la città di Napoli. Questo progetto non fece che accrescere l’importanza e il valore del già riconosciutissimo ospedale.
L’ospedale è riconosciuto soprattutto per aver avuto tantissimi medici che in seguito sono stati santificati, precisamente trentatré (numero molto ricorrente), tra cui Gaetano Thiene, a cui Maria Longo aveva lasciato la direzione nel 1533, e Giuseppe Moscati.
La farmacia degli incurabili
La farmacia non è altro che frutto di una delle tante ristrutturazioni che ha dovuto affrontare l’ospedale negli anni.
Nasce come progetto di ampliamento dell’antica Spezieria, parte dell’Ospedale ad essersi tenuta meglio conservata. Nel Seicento il complesso riceve tantissime offerte e donazioni da parte di famiglie facoltose e da privati; questa enorme ricchezza verrà poi usata da Domenico Antonio Vaccaro che, in pieno Settecento, decide di ristrutturare e allargare il complesso e la Spezieria stessa lavorando a vari progetti e disegni.
Indubbio gioiellino in stile Barocco-Rococò, la farmacia fu sia luogo di lavoro e di ricerca che luogo di incontri per i maggiori esponenti dell’Illuminismo napoletano.
Le stanze e i suoi interni sono rimasti pressoché invariati da come sono stati ristrutturati a come possiamo vederli oggi: la divisione delle stanze in contro spezieria, sala grande e laboratori ci fanno capire che già all’epoca si poteva ben parlare di un primo esempio di farmacia moderna.
Ogni dettaglio delle stanze della farmacia è stato curato nel minimo particolare: fu Bartolomeo Vecchione a curare l’aspetto estetico della Farmacia tra il 1747 e il 1751, chiamando i migliori ebanisti, marmisti e pittori.
Agostino Fucito, ebanista, ha curato la realizzazione delle scale, del famoso bancone della Farmacia e degli scaffali alle sue spalle contenenti ben 420 vasi policromi molto pregiati; i raffinatissimi pavimenti maiolicati sono invece opera dei fratelli Donato e Giuseppe Massa.
Il fiore all’occhiello è però la tela che decora il soffitto, opera del pittore Pietro Bardellino, Macaone cura Menelao ferito, che racchiude un po’ la metafora che permea l’intera Farmacia: anche l’arte, come la medicina, può curare l’uomo.
Curiosità
La Farmacia si trova vicino il Museo delle Arti Sanitarie, struttura voluta dal primario chirurgo Giovanni Rispoli. Nel museo è possibile trovare tutta la storia della medicina napoletana che va dal Seicento fino all’opera di Giuseppe Moscati, famosissimo medico campano beatificato nel 1975 e canonizzato nel 1987.
In questa parte del complesso è possibile trovare vecchi strumenti utilizzati nella medicina del tempo: antichi ferri usati in chirurgia, antichi utensili medici, farmacie portatili, studi anatomici e tantissimi libri nei quali sono riportati studi e tecniche mediche applicate a quei tempi.
Informazioni utili per visitare la farmacia degli incurabili
Il complesso degli incurabili è per la maggiore chiuso al pubblico dal 2019 a causa dell’incuria dei luoghi dediti alla cura dei malati. La Farmacia è però stata riaperta al pubblico da circa trent’anni e merita assolutamente una visita.
È visitabile il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 9:00 alle 17:00, mentre la domenica fino alle 13 prenotando.
Non esiste un vero e proprio biglietto da acquistare per l’ingresso, ma è gradito un contributo simbolico per i lavori di ristrutturazione delle varie parti del complesso degli incurabili.
Sono disponibili anche visite guidate per poter meglio conoscere gli ambienti del complesso e le curiosità e aneddoti che vi appartengono, ma per quelle c’è bisogno di una prenotazione obbligatoria che si può effettuare tramite telefono o inviando un’e-mail a info@ilfarodippocrate.it.