Nel cuore pulsante di Napoli, città intrisa di storia e cultura, emerge una voce letteraria che cattura l’essenza della resilienza partenopea durante uno dei periodi più tumultuosi del Novecento: “La guerra non torna di notte” di Vincenza Alfano. Quest’opera non è soltanto un romanzo, ma un vero e proprio affresco storico che, con delicatezza e profondità, dipinge gli eventi e le emozioni di un’epoca segnata dalla Seconda Guerra Mondiale.
Ambientato nel 1943, il libro ci porta nelle vite dei napoletani sotto il giogo dei bombardamenti angloamericani e della presenza oppressiva delle forze nazifasciste. Attraverso gli occhi di Cenzina, una donna la cui vita sembrava predestinata alla tranquillità borghese, assistiamo a un viaggio di trasformazione interiore e collettiva. La guerra, con il suo carico di terrore e incertezza, diventa il catalizzatore di un cambiamento profondo, costringendo i personaggi a confrontarsi con dilemmi morali e scelte di vita o di morte.
Il romanzo brillantemente intreccia la narrazione personale con la grande storia, portando alla luce la partecipazione attiva di Napoli alla Resistenza, un aspetto spesso trascurato nelle narrazioni storiche che tendono a concentrarsi sul Nord Italia.
Le Quattro Giornate di Napoli diventano, quindi, non solo lo sfondo ma anche uno dei protagonisti del racconto, simbolo della lotta per la libertà e della capacità di un popolo di rialzarsi anche nelle circostanze più avverse.
Ho avuto modo di discutere del libro con Vincenza durante la rassegna letteraria Book Wine and Food a Castelvenere, di cui sono direttore artistico.
Vincenza Alfano, donna brillante ed intelligente, con la sua penna sensibile e attenta, riesce a far rivivere le voci, i volti e gli spiriti di coloro che hanno vissuto quei momenti. La figura di Cenzina, in particolare, incarna le sfide e le aspirazioni delle donne di quel tempo, mostrando i primi passi verso l’emancipazione in un contesto di conflitto e repressione. Il libro si fa portavoce di un messaggio universale sulla forza dell’individuo e della comunità di fronte alle avversità, sottolineando l’importanza della memoria storica per non dimenticare le lezioni del passato.
“La guerra non torna di notte” è un invito a riflettere, un’opera che va oltre il semplice racconto di eventi per toccare le corde dell’umanità e della solidarietà. Alfano non si limita a narrare una storia di guerra, ma esplora le profondità dell’animo umano, facendo emergere la bellezza e la complessità delle relazioni interpersonali anche nei momenti più bui.
Per chi è affascinato dalla storia di Napoli e desidera approfondire la conoscenza degli eventi che hanno segnato la città durante la Seconda Guerra Mondiale, “La guerra non torna di notte” offre una prospettiva unica e commovente. Questo romanzo si conferma non solo come un’opera letteraria di rilievo, ma anche come un prezioso documento storico che arricchisce il nostro patrimonio culturale.
In conclusione, “La guerra non torna di notte” di Vincenza Alfano è un libro imprescindibile per chiunque voglia immergersi nella storia di Napoli, vissuta attraverso le pagine di un romanzo che emoziona, insegna e ispira. Una lettura che restituisce dignità e voce a un periodo storico e a una città che hanno molto da raccontare, e che continua a essere fonte di ispirazione per la sua incredibile capacità di rinascita e resistenza.