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Un portale a cura di Marco Ilardi

Posteggia napoletana: l’evoluzione di una tradizione

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Benvenuto in un viaggio affascinante attraverso le strade e i vicoli vibranti di Napoli, dove la musica ha sempre rappresentato una parte essenziale della vita e della cultura locale. In questo articolo, esploreremo le radici antiche e le evoluzioni moderne della posteggia napoletana, un genere musicale unico che ha le sue origini nel popolo e che continua a incantare e a sedurre con il suo fascino intramontabile. Dalle serenate d’amore sotto i balconi alle esibizioni durante le celebrazioni nuziali, dalle tradizioni millenarie alle reinterpretazioni contemporanee, ci immergeremo nell’universo sonoro e nell’anima vibrante di Napoli, scoprendo il ruolo cruciale che la musica ha sempre giocato nella vita di questa affascinante città. Preparatevi a essere trasportati in un mondo di passione, romanticismo e autenticità, dove le melodie parlano più delle parole e la musica diventa il filo conduttore di una narrazione senza tempo.

La posteggia napoletana tradizionale: com’è nata?

Le origini della posteggia a Napoli sono avvolte da un fascino intramontabile e da una storia che si dipana tra le strade strette e i vicoli del centro storico. In passato, questo genere musicale non possedeva il medesimo significato che assume oggi. Era piuttosto un’espressione autentica della cultura popolare napoletana, un modo peculiare di fare musica che rifletteva il tessuto sociale e le tradizioni della città. Il termine stesso, “posteggia”, evoca l’idea di essere fermi, immobili in un luogo, e questo rappresentava esattamente il modo in cui gli artisti eseguivano la musica: fermi, radicati nella loro comunità, immersi nelle storie e nelle emozioni del quartiere. Era una forma di espressione spontanea e immediata, che si sviluppava in contesti informali come piazze, strade o cortili. Gli artisti della posteggia, con il loro repertorio di canzoni popolari, ballate e melodie coinvolgenti, erano in grado di catturare l’essenza della vita quotidiana a Napoli, trasmettendo gioie, dolori, amori e speranze attraverso le loro esecuzioni. La posteggia, dunque, non era semplicemente un genere musicale, ma un veicolo attraverso il quale la cultura napoletana si manifestava in tutta la sua autenticità e vitalità. E anche se il contesto e le modalità di esecuzione possono essere cambiati nel corso del tempo, il suo spirito originario continua a vivere nelle strade di Napoli, in una celebrazione perpetua della sua ricca eredità culturale.

Le origini della posteggia nella Neapolis Antica

Se desideriamo tracciare un percorso ancora più remoto nel tempo, possiamo considerare la possibilità di attribuire le radici della posteggia napoletana addirittura alla Neapolis Antica. Esplorando le testimonianze storiche e le opere d’arte risalenti al VI secolo a.C., ci imbattiamo in raffigurazioni dei banchetti e delle festività di quell’epoca, in cui giovani musicisti suonavano la lira per intrattenere gli ospiti. Questa pratica di accompagnare i momenti conviviali con la musica era diffusa tra i Greci e i Romani, che consideravano la musica un elemento essenziale delle celebrazioni e delle ricorrenze. È plausibile ipotizzare che questa tradizione fosse già presente nella vita quotidiana dei cittadini di Neapolis, contribuendo così alla nascita di quella che oggi conosciamo come posteggia napoletana. L’eredità delle antiche civiltà greche e romane è stata tramandata nel tempo, influenzando la cultura e le abitudini della Napoli più moderna. Così, la pratica di ascoltare musica durante banchetti e feste ha continuato a prosperare attraverso i secoli, diventando parte integrante della vita sociale e culturale della città. In questo modo, la storia millenaria di Napoli si intreccia con la storia della musica, creando un legame indissolubile tra passato e presente.

In cosa consiste la posteggia napoletana classica?

Nel tessuto della Napoli antica, la posteggia era un’arte collettiva, radicata nella tradizione e nel cuore della comunità. I gruppi di posteggia dell’epoca erano una vera e propria sinfonia di suoni e voci, composti da almeno quattro o cinque elementi. Questi artisti ambulanti portavano con sé gli strumenti del loro mestiere: chitarre, mandolini, violini, che insieme creavano un intreccio armonico capace di catturare l’attenzione di chiunque si trovasse a passare per le strade strette e animate di Napoli. Accanto agli strumentisti, un cantante si ergeva come voce guida, narrando storie di amore, di dolore, di vita vissuta nelle piazze e nei vicoli della città. Le serenate notturne e le esibizioni improvvisate diventavano momenti di condivisione e di festa, dove la musica diventava il collante sociale di una comunità vibrante e vivace. Tuttavia, con il trascorrere degli anni, la tradizione della posteggia ha perso progressivamente il suo fulgore, scivolando nel dimenticatoio della storia. Oggi, è più facile imbattersi in singoli posteggiatori che si esibiscono nelle taverne tipiche e nei ristoranti, accompagnati solamente dalla loro chitarra, intonando le antiche melodie che una volta risuonavano per le strade di Napoli. La magia dei vecchi gruppi di posteggia, con la loro energia collettiva e la loro capacità di trasportare l’ascoltatore in un altro tempo e luogo, sembra ormai un ricordo lontano, ma la loro eredità vive ancora nei cuori di coloro che amano la musica e la cultura popolare napoletana.

Cosa significa “fare la posteggia” oggi a Napoli?

Nell’odierna Napoli, la posteggia vive una nuova vita, reinterpretata e reinventata per rispecchiare le dinamiche e le tradizioni contemporanee. Sebbene il contesto e le modalità di esecuzione siano cambiati, il significato intrinseco della parola “posteggia” continua a richiamare l’idea di fermarsi in un posto, spesso per corteggiare una ragazza. Questa reinterpretazione moderna della Posteggia riflette l’essenza stessa della cultura napoletana, dove il romanticismo e la galanteria sono ancora fortemente radicati nel tessuto sociale. Oggi, non è raro imbattersi in giovani musicisti che si esibiscono lungo i viali al chiaro di luna o nelle piazze affollate, accompagnati dalla chitarra o da altri strumenti, mentre intonano canzoni d’amore e melodie coinvolgenti. Questi moderni “posteggiatori” incarnano lo spirito dei loro predecessori, portando avanti la tradizione con un tocco contemporaneo. La posteggia di oggi, pur mantenendo il suo legame con il passato, si adatta alle sfide e alle opportunità del presente, continuando a incantare e a sedurre con la sua magia intramontabile. È un omaggio alla Napoli di ieri e di oggi, dove la musica è sempre stata e continuerà ad essere un linguaggio universale di amore, passione e autenticità.

L’arte della posteggia nella Napoli benestante odierna

La presenza dei posteggiatori ai matrimoni delle famiglie benestanti napoletane rappresenta un’interessante evoluzione della tradizione musicale popolare. Sebbene la posteggia abbia le sue radici nella cultura popolare e fosse originariamente associata alla vita quotidiana del popolino, oggi viene reinterpretata e apprezzata anche in contesti più esclusivi e formali. Questa evoluzione può essere vista come un segno della duratura influenza e del fascino intrinseco della musica napoletana classica. La sua capacità di trasmettere emozioni profonde e di creare un’atmosfera coinvolgente la rende adatta a una varietà di occasioni, compresi i matrimoni delle famiglie benestanti. In questo contesto, i posteggiatori portano con sé non solo la loro musica, ma anche una ricca tradizione di storytelling e di espressione artistica che si sposa perfettamente con l’atmosfera festosa e celebrativa di un matrimonio. L’inclusione dei posteggiatori in queste occasioni evidenzia anche un desiderio di mantenere vive le radici culturali e storiche della città di Napoli, anche nelle cerimonie più sofisticate e moderne. In questo modo, la musica popolare napoletana continua a unire persone di diverse estrazioni sociali attraverso il suo potente richiamo emotivo e il suo legame con la storia e la cultura della città.

La posteggia come serenata dello sposo alla sposa

Nonostante il trascorrere dei secoli e le trasformazioni delle tradizioni, nelle strade e nei vicoli di Napoli, sia in centro che in provincia, le postegge – serenate d’amore – rimangono una pratica ancora molto diffusa, soprattutto nell’ambito delle festività nuziali. Questa tradizione folkloristica, intrisa di romanticismo e passione, si svolge la sera prima del matrimonio, quando l’innamorato fa una sorpresa alla sua futura sposa sotto il suo balcone. Accompagnato da amici, parenti e vicini di quartiere, lo sposo si presenta con canti, balli, offerte di cibo e bevande, creando un’atmosfera di festa e gioia. La sposa, solitamente affaccendata nei preparativi per il grande giorno, scende giù dal suo appartamento con i bigodini nei capelli per godersi l’inattesa esibizione in suo onore. Questo momento è un’opportunità per lo sposo di dichiarare pubblicamente il suo amore eterno e il suo impegno a proteggere e rispettare la sua amata di fronte a tutti i presenti. Le canzoni scelte per l’occasione sono spesso selezionate tra quelle che hanno accompagnato la loro storia d’amore, aggiungendo un tocco di intimità e significato personale alla serenata. Tra le melodie, i discorsi d’amore e l’entusiasmo della folla radunata, si crea un momento di connessione profonda tra gli sposi e la loro comunità, simboleggiando l’inizio di una nuova famiglia e di una nuova vita insieme. Questa tradizione della serenata non è solo un omaggio al passato e alle radici culturali della città, ma assume anche un significato fondamentale nel pubblico impegno degli sposi, che da quel momento in poi saranno visti e riconosciuti come una nuova e indivisibile famiglia, pronti ad affrontare insieme le sfide e le gioie della vita matrimoniale.

 

Ciò che inizia come un’espressione spontanea della vita quotidiana, si trasforma in una forma d’arte apprezzata e reinterpretata anche nei contesti più moderni. La ricchezza e la vitalità della musica napoletana risplendono attraverso le generazioni, rimanendo sempre un faro di identità culturale e di connessione sociale per la città e oltre. La posteggia napoletana, con la sua storia intricata e il suo impatto duraturo, continua a incantare e a ispirare, dimostrando che, anche in un mondo in continua evoluzione, le radici della cultura possono rimanere saldamente ancorate nel passato mentre si proiettano verso il futuro. Che la magia e il fascino di questo genere musicale unico possano continuare a risuonare per le strade di Napoli e ad abbracciare l’anima di coloro che viaggiano attraverso la sua storia e la sua musica.

Copertina: dal libro di Pasquale Iovino “… e ‘a vita addeventa poesia”

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