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Un portale a cura di Marco Ilardi

Zoccola vita morte e miracoli a Napoli

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Di cosa parla questo articolo
Il termine 'zoccola' ha molteplici significati nel dialetto napoletano: da topo di fogna a insulto volgare, esploriamo insieme l'origine storica e culturale di questa parola controversa e come viene utilizzata tra i modi di dire del popolo napoletano.
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“Zoccola” è un termine molto usato nel dialetto napoletano e porta con sé una varietà di significati che vanno oltre il semplice insulto. Dalla sua accezione come insulto volgare fino all’etimologia storica legata alla cultura di Napoli, questo termine rappresenta un esempio affascinante di come il linguaggio popolare possa evolversi e adattarsi nel tempo.

Significato Zoccola nel Dialetto Napoletano

Nel dialetto napoletano, “zoccola” può riferirsi al topo di fogna, in particolare a quelli di grosse dimensioni. Quando si parla di un topo molto grande, viene spesso chiamato “zuccuolone”. Questo significato è uno dei più comuni e deriva dal suono che fanno i passi di questi roditori quando camminano su superfici dure, simile al rumore degli zoccoli o delle unghie sul pavimento.

Zoccola come Insulto e la Connessione con il Roditore

Oltre al suo significato letterale, “zoccola” è spesso utilizzato come insulto volgare rivolto principalmente alle donne, ma non solo. Mamma zoccola o tua mamma è una zoccola è uno degli insulti più diffusi a Napoli. Altro insulto molto diffuso è chella zoccola e mammeta o chella zoccola e soreta.

L’insulto “si ‘na zoccola” (sei una zoccola) viene usato per indicare una persona considerata promiscua o priva di morale. L’associazione tra “zoccola” e la donna ha radici interessanti: il topo femmina è noto per essere un animale molto prolifico e attivo sessualmente, e questa caratteristica è stata metaforicamente estesa per descrivere una donna percepita come “affamata di sesso”.

Origine Storica del Termine “Zoccola”

Per capire l’origine di questo termine come insulto, è necessario fare un salto indietro nel tempo, fino al periodo dei Borbone a Napoli. Durante il Settecento, le nobildonne napoletane camminavano per le strade della città con alti zoccoli per evitare che i lunghi abiti si sporcassero. Il rumore prodotto da questi zoccoli attirava l’attenzione dei passanti.

Le prostitute, desiderose di attirare nuovi clienti, iniziarono ad adottare questa moda. Camminando per i vicoli dei Quartieri Spagnoli, i loro zoccoli risaltavano visivamente e acusticamente, rendendole note come le “zucculelle”. Da qui a far diventare “zoccola” un termine per descrivere le donne di facili costumi, il passo fu breve.

Etimologia del Termine “Zoccola”

Il termine “zoccola” potrebbe anche derivare da una radice linguistica latina. La parola latina “sorex” (topo) è diventata “sorice” in napoletano, e la forma femminile “sorcula” potrebbe essersi evoluta in “zoccola”. Questo passaggio linguistico riflette la trasformazione e l’adattamento del termine all’interno del dialetto napoletano.

Espressioni e Modi di Dire con “Zoccola” in Napoletano

Il termine “zoccola” non è limitato solo al suo uso come insulto o riferimento a un roditore. Esistono diversi modi di dire napoletani che coinvolgono questa parola, spesso usati in modo colorito per esprimere situazioni particolari.

Mettere ‘o ppepe ‘nculo a zoccola

Una delle espressioni più curiose è “mettere ‘o ppepe ‘nculo a zoccola”, che significa provocare qualcuno per scatenare una reazione. Questo modo di dire deriva da una leggenda metropolitana risalente all’epidemia di colera che colpì Napoli, attribuita all’invasione di topi nelle fogne. Si racconta che qualcuno avesse tentato di liberarsi delle zoccole (i topi) mettendo del pepe nel deretano di una grande zoccola per renderla aggressiva e scatenarla contro gli altri topi. Anche se il piano fallì, l’espressione rimane in uso per descrivere chi aizza tensioni tra le persone.

Zoccola dint’ ‘o sacco

“Zoccola dint’ ‘o sacco” è un’espressione che si riferisce a una persona subdola o infida che agisce di nascosto. L’immagine evoca una zoccola (topo di fogna) che si nasconde all’interno di un sacco, pronta a muoversi senza farsi notare. Questo modo di dire è usato quando si vuole descrivere qualcuno che trama alle spalle degli altri, senza mostrare apertamente le proprie intenzioni. Viene spesso impiegato per indicare una persona che finge di essere amichevole, ma che in realtà ha secondi fini nascosti e agisce nell’ombra per raggiungere i propri obiettivi.

Zoccola ‘e palazzo

Il modo di dire “zoccola ‘e palazzo” si utilizza per descrivere una persona associata a un ambiente di bassa reputazione o a comportamenti moralmente discutibili. In questo contesto, “palazzo” non fa riferimento a un edificio nobile, ma a vecchi edifici trascurati o degradati dove i topi possono proliferare. Chiamare qualcuno “zoccola ‘e palazzo” è un insulto che punta a sottolineare l’ambiente di provenienza di una persona, evidenziandone un comportamento volgare o poco rispettabile, spesso associato a luoghi malfamati o degradati.

Fa comme ‘a zoccola: s’arricoglie quanno chiove

L’espressione “fa comme ‘a zoccola: s’arricoglie quanno chiove” significa “fa come la zoccola: si nasconde quando piove”. Questo detto napoletano viene usato per descrivere qualcuno che si tira indietro o si nasconde quando le cose si mettono male, proprio come farebbe una zoccola che cerca riparo durante un temporale. È un’espressione che evidenzia un atteggiamento opportunistico: la persona è presente solo quando la situazione è favorevole, ma sparisce di fronte alle difficoltà o alle responsabilità.

A zoccola fujente

“A zoccola fujente” si riferisce a una persona che fugge o evita una situazione pericolosa o scomoda. Il termine “fujente” suggerisce l’idea di scappare rapidamente, proprio come una zoccola che corre via quando sente un pericolo. Questo modo di dire è utilizzato per descrivere chi, davanti a un confronto o a un problema, preferisce darsi alla fuga piuttosto che affrontare la situazione a viso aperto. Viene usato per criticare la mancanza di coraggio o di responsabilità.

Zoccole a mare

“Zoccole a mare” è un’espressione che viene utilizzata per indicare qualcosa di altamente improbabile o impossibile. Paragonabile all’espressione italiana “quando i maiali voleranno”, questo modo di dire si basa sull’immagine surreale di topi (zoccole) che, essendo animali di terra e fogna, si trovano invece nel mare. È un’espressione tipicamente napoletana per sottolineare che un evento è tanto improbabile quanto assurdo, enfatizzando l’incredulità verso qualcosa che difficilmente accadrà.

A zoccola vecchia fa o’ buon brodo

L’espressione “a zoccola vecchia fa o’ buon brodo” è usata in modo ironico per suggerire che l’esperienza, anche di chi ha una reputazione discutibile, può ancora essere utile o produrre qualcosa di buono. Qui, la “zoccola vecchia” rappresenta qualcuno che, grazie all’esperienza maturata nel tempo, sa ancora come destreggiarsi in diverse situazioni. L’uso di questa espressione è spesso scherzoso, ma contiene anche un fondo di verità: non bisogna mai sottovalutare l’esperienza, anche quando proviene da una fonte inaspettata.

Chi nasce zoccola nun po’ muri’ cavallo

“Chi nasce zoccola nun po’ muri’ cavallo” è un modo di dire che sottolinea come chi ha una determinata natura o carattere non possa cambiare radicalmente. In questo caso, la “zoccola” rappresenta una persona con tratti negativi o spregevoli, mentre il “cavallo” simboleggia nobiltà e ammirazione. Questo proverbio è utilizzato per affermare che è difficile per una persona cambiare la propria essenza o comportamenti di fondo, indipendentemente dagli sforzi o dalle circostanze. È spesso usato in contesti in cui si vuole mettere in evidenza la coerenza negativa del carattere di qualcuno.

Uso Contemporaneo del Termine “Zoccola”

Oggi, il termine “zoccola” continua a essere usato nel parlato quotidiano, sia in senso dispregiativo che in modo scherzoso. È fondamentale, tuttavia, comprendere il contesto culturale e il peso delle parole, specialmente quando si trattano termini con significati storici e insultanti come questo.

Conclusioni

Il termine “zoccola” nel dialetto napoletano è molto più di un semplice insulto: è un simbolo linguistico che riflette la storia, la cultura e l’evoluzione sociale di Napoli. Capire le sue radici e i suoi usi permette non solo di apprezzare la ricchezza del dialetto napoletano, ma anche di evitare fraintendimenti culturali e di rispettare la diversità linguistica.

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