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Leggenda del vino Lacryma Christi del Vesuvio

Leggenda del vino Lacryma Christi del Vesuvio
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Il Lacryma Christi del Vesuvio è un famoso vino campano DOC dal 1983, che prende origine dai vitigni che crescono sulle falde del Vesuvio e viene prodotto fin dall’epoca degli antichi romani.

Curzio Malaparte lo cita nel suo romanzo del 1949 La pelle, invitando a bere questo antico mistico vino.

Ecco la citazione in cui si parla del Lacryma Christi del Vesuvio:

Quel vino aveva un sapore delicato e vivo, che sfumava in un aroma soavissimo d’erbe selvatiche: ed io riconobbi in quel sapore e in quell’odore il caldo respiro del Vesuvio, il fiato del vento sui vigneti d’autunno sorgenti dai campi di nera lava e dai monti deserti di cenere grigia, che si stendono intorno a Bosco Treccase, sui fianchi dell’arido vulcano. E dissi a Jack: “ Bevi. Questo vino è spremuto dall’uva del Vesuvio, ha il sapore misterioso del fuoco infernale, l’odore della lava, dei lapilli, e della cenere, che han sepolto Ercolano e Pompei. Bevi, Jack, questo sacro, antico vino”.

Crescendo sulla lava e sulle ceneri vulcaniche ricca di minerali e questi umori di ferro e silice sono restituiti nel bicchiere. Sono vitigni longevi perché non vengono attaccati da malattie come la fillossera della vite, un parassita proveniente dal continente americano.

E’ un vino che può essere bianco, rosso o rosato.

Il bianco nasce dalle miscele delle uve Coda di Volpe (detto anche Caprettone dalle nostre parti) e Falanghina, il rosso ed il rosato invece tra la fusione di Piedirosso (dalle nostre parti detto anche Per e’ Palummo) ed Aglianico.

Il bianco , ben strutturato ed un po’ acidulo, si abbina molto bene a carne di pollo e coniglio e piatti di mare.

Uno dei più bevuti dalle nostre parti è il Piedirosso, che viene raccolto in ottobre ed è di un bel rosso rubino con un profumo di prugna e tannini di alta qualità.

Si abbina molto bene a salumi, formaggi zuppe di legumi e piatti a base di funghi e tartufo.

Le maggiori aziende produttrici di Lacryma Cristi dalle nostre parti sono Mastroberardino, Vigna delle Ginestre e Cantina del Vesuvio.

Attorno a questo vino si raccontano alcune note leggende popolari napoletane.

La leggenda di Lucifero e il paradiso perduto

Come sappiamo Lucifero, il diavolo, era un angelo tra i più belli di tutti e tra i preferiti di Dio.

Sulla sua cacciata dal Paradiso ci sono due teorie: la prima dice che fosse talmente superbo da sfidare l’autorità di Dio nel regno dei Cieli e per questo fu cacciato via dal Regno dei Cieli.

L’altra invece dice che Dio un giorno chiese chi tra tutti i suoi angeli si fosse voluto far carico di tutti i peccati degli uomini rinunciando ai suoi poteri e alla sua bellezza e Lucifero si offrì volontario.

Fatto sta che quando ci fu la caduta dell’angelo dal Paradiso, questi staccò un pezzetto di Paradiso portandolo con sè.

Quando cadde sulla terra si creò una voragine da cui poi fuoriuscì la lava che diede origine al Vesuvio ed il pezzetto di paradiso alla città di Napoli.

Quando Gesù si accorse dell’assenza del pezzetto di paradiso riconobbe nel Vesuvio il paradiso perduto e per il dispiacere versò delle lacrime di sangue che diedero origine ai vigneti del Lacryma Christi del Vesuvio.

Un altra leggenda racconta che Gesù durante uno dei suoi pellegrinaggi si ritrovò a salire le pendici del Monte Somma.

Rivolgendo lo sguardo verso la città, allora piena di peccatori pagani pianse per il dispiacere ed alcune donne avendo assistito alla scena, piantarono dei vitigni proprio dove le lacrime di Cristo bagnarono la cenere vulcanica.

Dopo pochi minuti in quel punto spuntarono delle bellissime viti, che ancora oggi sono presenti in quel punto.

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