Tutti noi ricordiamo la maschera di Pulcinella come la maschera di carnevale napoletana, un personaggio storico della nostra tradizione, cui è stata data grande importanza anche dal grande Eduardo De Filippo.
Le origini etrusche e romane
Pochi sanno però che la maschera di Pulcinella in realtà è un personaggio di origini etrusche.
In una tomba etrusca del quarto secolo a.C. precisamente a Tarquinia è stata rinvenuta infatti nel 1872 una immagine di un personaggio che a molti ricorda la figura di Pulcinella, anche se a noi ricorda di più Arlecchino.
Secondo gli studiosi etruschi la figura di Pulcinella deriva da quella di Phersu, un demone etrusco membro della corte di Persefone la regina degli inferi.
Si tratta di una vera e propria creatura infernale che nel dipinto aizza un cane contro un prigioniero incappucciato da giustiziare.
Un altra versione fa discendere Pulcinella da Maccus una figura sempre del 4 secolo a.C. delle atellane romane, delle divertenti commedie teatrali che presero origine ad Orta di Atella in provincia di Caserta.
Chi era Pulcinella?
Pulcinella Cetrulo come lo conosciamo noi si narra sia stato un contadino di Acerra (che ricordiamo fu una colonia etrusca) del sedicesimo secolo chiamato Puccio d’Aniello da cui Pulcinella, particolarmente simpatico e divertente che forte del suo talento ha abbandonato le campagne per seguire una compagnia teatrale di girovaghi e per dedicarsi alla carriera di attore.
Questa versione è stata ripresa anche da Massimo Troisi nel film “Il viaggio di Capitan Fracassa” che vinse il David di Donatello per la fotografia, dove lui stesso interpreta il ruolo di Pulcinella.
Già nel 1300 con la parola Pulcinella nelle commedia del tempo si indicava la figura di un cialtrone.
Un uomo sguaiato grottesco ma divertente, gobbo e con il naso e la pancia prominenti, camicia in fuori e larghe braghe legate con uno spago.
Un altra leggenda racconta che Pulcinella sia nato nelle viscere del Vesuvio da un uovo comparso per volere del Dio Plutone.
Come costume fu inventato nell’800 da Antonio Petito ma come maschera la sua invenzione viene attribuita al capuano Silvio Fiorillo.
Il Pulcinella di Fiorillo portava barba e baffi ed un cappello a due punte, mentre la maschera che conosciamo oggi è quella di Petito.
Il significato sociale della maschera di Pulcinella
Il significato sociale di Pulcinella sta nella figura del povero plebeo napoletano continuamente vessato e stanco di subire abusi e si ribella in ogni modo contro l’ordine costituito col rifiuto di ogni regola e norma. L’uomo che pur conoscendo tutti i problemi della sua vita ne viene sempre fuori con un sorriso, da cui il modo di dire “‘O napulitano se fa sicco ma nun more”.
Pulcinella quindi rappresenta anche la volontà di rimettersi sempre in gioco dei napoletani, la loro furbizia ed il loro ingegno con cui vengono sempre fuori da tutte le situazioni.
Per questo motivo è un personaggio che sbeffeggia ed imbroglia sempre tutti.
Altro vizio è quello di parlare e sparlare sempre di tutti da cui è nato il modo di dire “Il segreto di Pulcinella” quando tutti fingono di non sapere una cosa che in realtà sanno già tutti.
Pulcinella portafortuna
L’immagine di Pulcinella ha sempre rappresentato un portafortuna tanto che la sua immagine come fantoccio veniva appesa in cima ai campanili delle città quando c’erano delle invasioni esterne.
Per questo motivo persone vestite col tradizionale costume bianco ancora oggi girano per Napoli vendendo corni portafortuna e con un panariello della tombola per dare i numeri fortunati ai passanti.
Addirittura alcuni corni sono realizzati con la parte superiore del corpo con l’immagine di Pulcinella e la parte inferiore con un corno rosso.
Ovviamente è anche uno degli immancabili personaggi del presepe napoletano.
A San Gregorio Armeno potete trovare statuine di Pulcinella di ogni forma prezzo e dimensione.
I Pulcinella di Tiepolo
Un grande appassionato di Pulcinella fu Giandomenico Tiepolo, figlio del grande pittore veneziano GianBattista Tiepolo, che raffigurò la maschera di Pulcinella in molti suoi dipinti.
Il più famoso è sicuramente l’altalena con Pulcinella, ma raffigurò la maschera in oltre cento disegni per la raccolta Divertimento per li regazzi.