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Un portale a cura di Marco Ilardi

Il presepe napoletano di Ciro Scala storia e simbologia

presepe artigianale napoletano
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Natale si avvicina ed in questo periodo è tradizione a Napoli andare in giro a visitare i più bei presepi napoletani. Oggi vi raccontiamo la storia del presepe più bello di Forcella.

Il Presepe Napoletano: Un’Arte Antica e Vivace

Storia e Origini:

Il presepe napoletano vanta una storia ricca e affascinante che risale al XIII secolo. La sua nascita è legata a San Francesco d’Assisi che, nel 1223, a Greccio, allestì la prima rappresentazione vivente della Natività. Da questa semplice rappresentazione, a Napoli si sviluppò una vera e propria arte presepiale, che nel corso dei secoli si è arricchita di dettagli e simbolismi.

Caratteristiche:

Un presepe napoletano a regola d’arte si distingue per la cura dei dettagli e la ricchezza di personaggi e ambientazioni. La scena della Natività è solo il punto di partenza, attorno alla quale si sviluppa un microcosmo di vita quotidiana, con botteghe, mestieri, animali e figure allegoriche.

Un presepe napoletano tradizionale è caratterizzato da personaggi artigianali realizzati in terracotta e vestiti con abiti elaborati. La scena comprende spesso una moltitudine di figure oltre alla Sacra Famiglia, tra cui contadini, artigiani, pastori, e personaggi locali.

Posizionamento:

Nel presepe napoletano, il posizionamento dei personaggi e dei simboli varia a seconda della creatività dell’artista, ma generalmente la Sacra Famiglia è al centro, circondata da angeli, pastori e animali. Altri personaggi e simboli possono essere disposti in modo coerente con la tradizione.

Il presepe napoletano per tradizione non deve essere mai messo in camera da letto.

Quali sono i più bei presepi napoletani

A Napoli, a parte San Gregorio Armeno, c’è l’imbarazzo della scelta sui presepi da visitare, a cominciare da quello di Capodimonte, il presepe Cuciniello a San Martino, il presepe reale sia della reggia di Caserta che del palazzo Reale.

Ma oggi voglio raccontarvi di un presepe che quasi nessuno di voi conosce, che è secondo me uno dei più belli e che è stato fatto non da un artigiano di San Gregorio Armeno ma da una famiglia di medici.

Sto parlando della tradizione presepiale della famiglia Scala, oggi portata avanti da Ciro Scala che tra l’altro è anche un mio cliente perché è il responsabile assicuratore qualità presso il mio cliente più importante, e soprattutto dopo oltre quindici anni che ci conosciamo, un amico.

Per questo motivo sono particolarmente contento di raccontarvi questa bella storia.

Il presepe più bello di Forcella

Più che di un presepe, che sarebbe riduttivo per una struttura di sedici metri quadri, stiamo di un’Opera presepiale​ cominciata nel 1982 da Giovanni Scala, medico del quartiere Forcella di Napoli, continuata dal 2004 dal nipote Ciro Scala.

Il presepe è fatto interamente a mano utilizzando sughero, balsa, argilla ed occupa una superficie di un’intera stanza di circa 16 metri quadri di uno studio medico sito in via Pietro Colletta 72.

L’unicità di questo presepe risiede in due particolarità che lo contraddistinguono:

Innanzitutto contiene tutti i 72 elementi propri del vero presepe popolare napoletano, dal pastore Benino sino alla triade imprescindibile cacciatore-lavandaia –pescatore.

Questi elementi sono incastonati in una scenografia che rappresenta in miniatura alcuni degli scorci più importanti della Napoli esoterica gotica e greco romana: la basilica di Sant’ Eligio, la cappella Pappacoda, Piazza san Gaetano, la Basilica di San Lorenzo ed il campanile , la fontana Spinacorona, la Certosa di San Martino e Castel Sant’Elmo, per citarne alcuni.

Dal 2018 l’opera si è arricchita dal punto di vista cromatico grazie alla collaborazione artistica di Francesco Strevella, anche lui mio amico e bravissimo disegnatore. ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

I 72 simboli del presepe napoletano

Personaggi principali:

1. La Sacra Famiglia:

  • Gesù Bambino: Simbolo dell’amore divino e della salvezza. Posizionato nella grotta, in una culla o in una mangiatoia. Può essere nudo o avvolto in fasce.
  • Maria: Simbolo della purezza e dell’amore materno. Veglia su Gesù Bambino, in ginocchio o seduta.
  • San Giuseppe: Simbolo della protezione e della fede. Accanto a Maria, con in mano un bastone o una lanterna.

Personaggi secondari:

2. I pastori:

  • Pastori con agnelli: Simboli della semplicità e dell’umiltà. Portano in dono agnelli, pecore o capre.
  • Pastori con zampogne: Simboli della gioia e del canto. Suonano zampogne o altri strumenti musicali.
  • Pastori con ceste di cibo: Simboli della generosità e della condivisione. Offrono doni alla Sacra Famiglia.
  • Vecchiarella: Simbolo della saggezza e dell’esperienza. Porta in dono uova o frutta.
  • Benino: Simbolo del bambino che sogna il presepe. Dorme ai piedi della grotta.
  • Armenzio: è il padre di Benino e rappresenta l’anno morente
  • La Stefania: la madre di Santo Stefano che finse di avere un bambino per assistere alla nascita di Gesù nascondendo una pietra nell’addome.
  • Ciccibacco: Ciccibacco è un pastore corpulento e dalla guance rosse che di solito si presenta davanti alla cantina con un fiasco in mano oppure su una carretta piena di botti di vino seguita da uomini vestiti con pelli di capra che cantano orgiastici riti dionisiaci. Altra rappresentazione è seduto a bere sopra una botte da cui il detto napoletano “Pare ciccibacco ‘ncoppo a botte”
  • I mendicanti: Rappresentano la morte, le cosiddette anime pezzentelle
  • La zingara: Ha con se dei ferri che preannunciano la crocifissione di Cristo, personaggio associato alle profezie
  • Il barbiere: rappresenta una figura demoniaca
  • Il vecchio tentatore: rappresenta una figura demoniaca che cerca di insinuare in San Giuseppe il dubbio che quel bambino non sia il suo
  • Il monaco: è associato alla leggenda del Munaciello 
  • I bambini: Sono considerati vicari dei morti e gli venivano concesse offerte nel periodo natalizio
  • L’uomo sulla scala che raccoglie i fichi: simboleggia il lavoro agricolo e la raccolta dei frutti della terra
  • Maria ‘a purpetta: una donna che nella taverna avvelena con delle polpette i mariti infedeli
  • Il farmacista: rappresenta una figura che simboleggia il fatto che la nascita di Cristo è la vera cura per il mondo
  • Core cuntento ‘a loggia: pastore col volto stupito rappresentato immediatamente davanti alla grotta
  • Zi Vicienzo e Zi Pascale: i due giocatori di carte nella taverna Zi Vicenzo simboleggia il Carnevale e la Morte, mentre Zi Pascale la Pasqua e la Resurrezione
  • Il cercatore con la lampada: simboleggia l’intelletto purificato con la luce attraverso gli spaventi della notte
  • Le lavandaie: simboleggiano la Verginità di Maria prima e dopo il parto
  • La lavandaia col piede di capra: è Lucifero in persona che si reca alla grotta per capire se realmente Maria ha partorito
  • Le vecchie che filano: simboleggiano le Parche
  • Le Parche, conosciute anche come le Moire nella mitologia greca, erano tre divinità della destinazione e del destino. Erano chiamate Cloto (o Clotho), Lachesi (o Lachesis) e Atropo. Queste tre figure mitologiche erano responsabili di tessere e determinare il destino degli esseri umani e degli dei stessi.

    1. Cloto (Clotho): Cloto era la Parche che filava il filo della vita. Era rappresentata come una donna che filava il filo di un tessuto, simboleggiando così il momento della nascita e la creazione della vita.

    2. Lachesi (Lachesis): Lachesi misurava il filo della vita filato da Cloto. Questo atto rappresentava la durata e il corso della vita di un individuo, inclusi gli eventi che avrebbero avuto luogo durante la vita stessa.

    3. Atropo: Atropo era la terza Parche e aveva il ruolo di tagliare il filo della vita con le sue forbici. Questo gesto rappresentava la morte e il termine della vita di una persona, un evento inevitabile e irrevocabile.

    Le Parche erano considerate ineluttabili e incontrastabili, e il loro potere era supremo nella determinazione del destino. Anche se potevano essere invocate o pregate, la loro volontà era definitiva e inesorabile.

  • I due vecchi col braciere: simboleggiano il mito di Saturno e Rea
  • La georgiana: è una donna seduta su una portantina che segue il corteo dei re magi e simboleggia per alcuni il mito di Diana e per altri quello della regina di Saba

3. I Re Magi:

  • Melchiorre: Simbolo della regalità e della saggezza. Porta in dono oro.
  • Gaspare: Simbolo della regalità e della generosità. Porta in dono incenso.
  • Baldassarre: Simbolo della regalità e della fede. Porta in dono mirra.

4. Figure allegoriche:

  • Angelo annunciante: Simbolo della messaggero divino. Porta la notizia della nascita di Gesù ai pastori.
  • Stella cometa: Simbolo della guida divina. Indica la strada ai Re Magi.
  • Morte: Simbolo della caducità della vita. Può essere rappresentata da uno scheletro o da un uomo con un mantello nero.
  • Tempo: Simbolo del trascorrere inesorabile del tempo. Può essere rappresentato da un vecchio con una clessidra.
  • Angeli: Una schiera di angeli va collocata subito sopra la grotta a protezione della stessa.

5. Mestieri:

  • Fornaio: Simbolo del pane e della vita. Cuce il pane nel forno.
  • Pescivendolo: Simbolo della ricchezza del mare. Vende pesce fresco.
  • Cacciatore: Simbolo della caccia e della provvidenza. Porta in dono selvaggina.
  • Falegname: Simbolo del lavoro e della creazione. Lavora il legno nella sua bottega.
  • Ciabattino: Simbolo della riparazione e del riutilizzo. Ripara scarpe nella sua bottega.
  • I carabinieri: Sono insieme ai pastori i guardiani delle anime che chiedono aiuto ai vivi con le preghiere
  • Il mugnaio: Imbiancato e pallido rappresenta la morte.
  • Lavandaia: Simbolo della pulizia e dell’ordine. Lava i panni in una tinozza.
  • I venditori : Ognuno di essi è legato ad un mese dell’anno e precisamente:
    • Il salumiere è Gennaio
    • Il venditore di ricotta e formaggio Febbraio
    • Il venditore di polli e uccelli Marzo
    • Il venditore di uova Aprile
    • Una coppia di sposi con un cesto di ciliegie e frutta Maggio
    • Il panettiere o fornaio Giugno
    • Il venditore di pummarole Luglio
    • Il venditore di melloni Agosto
    • Il venditore di fichi Settembre
    • Il vinaio Ottobre
    • Il venditore di castagne Novembre
    • Il vinaio Dicembre

6. Animali:

  • Bue e asinello: Simboli della laboriosità e della pazienza. Accudiscono Gesù Bambino nella grotta.
  • Pecore e agnelli: Simboli della mansuetudine e dell’innocenza. Pascolano nei prati.
  • Gallo: Simbolo del risveglio e della vigilanza. Annuncia l’alba.
  • Colomba: Simbolo della pace e dello Spirito Santo. Vola sopra la grotta.

7. Elementi scenografici:

  • Cascata: Simbolo del battesimo e della purificazione. Scende da una roccia.
  • Fiume: Simbolo della vita e del fluire del tempo. Attraversa il paesaggio del presepe.
  • Ponte: Simbolo del passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Collega due parti del presepe.
  • Rovine: Simbolo della caducità delle cose terrene. Fanno da sfondo alla scena.
  • Alberi: Simbolo della vita e della crescita. Spesso sono ulivi o palme.
  • Lo scoglio detto anche Il monte : La struttura in legno e sughero che accoglie la rappresentazione. Il sughero che è di colore scuro allude, con questo, all’aspetto notturno legato ai misteri.
  • Il cielo stellato: deve evocare quella magica notte con la presenza della stella cadente in lontananza.
  • Castello di Erode: Deve essere rappresentato con un castello sul cui uscio c’e’ Erode al centro e due soldati a destra e a sinistra. Davanti altri soldati con uno stendardo.
  • Il mulino: deve stare in uno dei punti più alti del monte sullo stesso livello di Benino e del castello di Erode ed è un riferimento al tempo ed alla morte
  • Il pozzo: Simbolo della vita rappresenta anche la ricerca della conoscenza e della verità.
  • La taverna: allude al peregrinare di Giuseppe e Maria alla ricerca di un alloggio. Si rivolsero anche a tante taverne dove li respinsero.
  • Le erbe apotropaiche: erbe come il muschio che nell’antica farmacopea servivano a difendersi dalle malattie sono qui per proteggere il presepe dal male.

Altri simboli:

  • Fontana: Simbolo dell’acqua e della vita.
  • Orto: Simbolo della fertilità e della provvidenza.
  • Fuoco: Simbolo del calore e dello Spirito Santo. Accende un falò.
  • Lanterna: Simbolo della luce e della speranza. Illumina la scena del presepe.
  • Pietre: Simbolo della solidità e della fede. Costituiscono il terreno del presepe.

Come visitare il presepe di Forcella

Contattando direttamente il dottor Ciro Scala al numero 349077773 è possibile organizzare visite guidate gratuite, attraverso cui verrà mostrata l’opera e verrà spiegata la simbologia del presepe popolare napoletano e dei più importanti elementi che lo compongono.

Partendo dal viaggio onirico di Benino, verrà spiegato come questi simboli si intrecciano indissolubilmente con altri miti, storie e leggende della Napoli gotica,​ esoterica, greco-romana: da Virgilio, si arriva a ripercorrere il mito della sirena Partenope, il mito della Dea Demetra, i riti eleusini, i riti dionisiaci, ​ la lampadoforia e tanti altri.

In futuro Ciro stava pensando di mettere un piccolo biglietto a pagamento destinato a qualche associazione di volontariato di Forcella, una cosa bellissima ma che deve essere ancora organizzata.

Per concludere, quando ho chiesto a Ciro, che fin da piccolo aiutava lo zio a costruire questo presepe e che ancora oggi dedica giornate intere a lavorarci, chi glielo fa fare, la sua risposta è stata lapidaria:

“Un popolo che non conserva la memoria del suo passato, non ha futuro”.

E non posso che dargli ragione. Vi consiglio di andare a vedere questo presepe, non ve ne pentirete.

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