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Un portale a cura di Marco Ilardi

La reggia ed il bosco di Capodimonte a Napoli

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La storia della reggia di Capodimonte

La Reggia di Capodimonte di Napoli situata sulla verde collina di Capodimonte è circondata dal settecentesco parco (bosco) dall’omonimo nome , fu costruita dall’architetto Antonio Canevari per il re di Napoli ,Carlo di Borbone.
All’interno del palazzo reale di Capodimonte sono ospitate le Gallerie Nazionali di Capodimonte, che rappresenta una delle più importanti pinacoteche d’Italia.

Le gallerie ospitano numerose opere di artisti come il Giovanni Bellini, Sandro Botticelli, El Greco, Andrea Mantegna, Caravaggio, Caracci, Artemisia Gentileschi, Francisco Goya, Simone Martini, Masaccio, Tiziano, ecc.
L’inizio dei lavori della reale dimora napoletana, fu iniziata nel 1738,il re Carlo di Borbone in principio ebbe l’idea di costruire un “casino di caccia” su questa splendida collina coperta all’epoca di lussureggianti boschi.

La decisione di costruire un palazzo per custodire le preziose collezioni Farnese, ereditate da Elisabetta I, madre del re, fu presa in un secondo momento. I lavori di costruzione iniziarono a settembre del 1738. L’architetto Antonio Canevari, insieme ad Angelo Carasale e Giovanni Antonio Medrano, fu incaricato della costruzione, che durò quasi un secolo a causa delle difficoltà nel trasporto delle pietre di piperno provenienti dalla cava di Pianura. Diversi artisti e architetti contribuirono alla costruzione della reggia di Capodimonte, tra cui l’architetto F. Fuga nel 1760 e, successivamente, Antonio Canova nel 1780.

Nel 1799, a seguito della rivoluzione a Napoli e della fuga di re Ferdinando IV a Palermo, il Palazzo Reale di Capodimonte fu occupato dalle truppe francesi del generale Championnet, e la galleria d’arte fu saccheggiata. Tuttavia, alcune delle opere più pregiate furono trasportate a Palermo dai reali in fuga. Dal 1806 al 1815, la Reggia del bosco di Capodimonte divenne la residenza personale di Giuseppe Bonaparte e successivamente di Gioacchino Murat. Al ritorno dall’esilio, re Ferdinando IV Borbonico intraprese nuovi lavori di abbellimento, completando il grandioso salone delle feste di Capodimonte.

Nel 1825, Francesco I di Borbone fece edificare la Palazzina dei Principi, destinata alla residenza dei Reali, con un bellissimo giardino in stile inglese. Nel 1840 fu aggiunta alla pinacoteca una collezione di arte contemporanea, con particolare attenzione agli artisti italiani e napoletani. Nel 1861, la Reggia passò alla casa Savoia.

Successivamente, arricchì le sue collezioni con l’armeria, composta da pregevoli armature, armi bianche e armi da fuoco di varie epoche. Nel 1866, il celebre boudoir di Maria Amalia di Sassonia fu trasferito alla Reggia, così come il salottino di porcellana, realizzato con circa tremila pezzi di ceramica e rappresentante l’apice dell’arte ceramica europea.

Attorno alle porcellane di Capodimonte è stata costruita anche una bella leggenda quella del fantasma di porcellana.

L’esposizione delle opere è distribuita su tre livelli e in centodieci sale. Al primo livello si trova la famosa collezione Farnese e l’appartamento reale, contenenti opere di artisti come Tiziano, Raffaello, El Greco, Correggio, Parmigianino, i Carracci, oltre a capolavori fiamminghi, tra cui Brueghel il Vecchio. La galleria delle cose rare accoglie il Cofanetto Farnese e una varietà di bronzi, cristalli di rocca, argenti e maioliche. L’appartamento reale è arricchito da mobili, arazzi, porcellane e suppellettili di eccelsa fattura. Nel secondo livello, la galleria napoletana espone opere di artisti meridionali, tra cui Simone Martini, Tiziano e Caravaggio e si estende fino alle opere del quattrocento Aragonese e alla grande fioritura artistica del Seicento Napoletano. Il terzo livello ospita una collezione di opere del diciannovesimo secolo.

Il Bosco di Capodimonte: Una Storia di Natura e Cultura

bosco-di-capodimonteIl Bosco di Capodimonte, contiguo alla Reggia, è un elemento fondamentale del complesso, unendo storia e natura in un contesto unico. Questo vasto polmone verde, originariamente concepito come riserva di caccia per la famiglia reale, si estende per circa 134 ettari. La sua storia inizia con Carlo di Borbone nel XVIII secolo, che volle creare uno spazio idilliaco che combinasse natura e arte. Oltre ad essere un luogo di svago e riposo per la nobiltà, il bosco serviva anche per l’allevamento di fauna selvatica.

Nel corso dei secoli, il bosco ha subito numerosi cambiamenti e restauri, riflettendo i diversi gusti e necessità delle dinastie che si sono succedute al trono di Napoli. Oltre alla sua importanza storica, il Bosco di Capodimonte è oggi un importante polmone verde per la città di Napoli, offrendo ai visitatori un rifugio dalla frenesia urbana e la possibilità di immergersi in un ambiente naturale ricco di biodiversità.

Con sentieri immersi nel verde, aree pic-nic e punti panoramici, il Bosco di Capodimonte è una meta apprezzata non solo dai turisti ma anche dai cittadini locali. Conserva inoltre importanti testimonianze storiche e architettoniche, come antiche fontane e statue, che si integrano armoniosamente con l’ambiente naturale. Questo spazio verde rappresenta, quindi, non solo un tesoro storico e culturale, ma anche un’oasi di biodiversità e tranquillità nel cuore della vivace Napoli.

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