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Un portale a cura di Marco Ilardi

Il Gesu nuovo e l’architettura esoterica

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La chiesa del Gesù nuovo a Napoli

La chiesa del Gesù nuovo si trova a Napoli nell’omonima piazza di fronte al Complesso monumentale di Santa Chiara.

Rappresenta un unicum a Napoli in quanto singolare esempio di palazzo privato trasformato in edificio ecclesiastico.

Intitolato alla Madonna Immacolata da subito, venne però identificata come Chiesa del Gesù nuovo per distinguerla dall’altra chiesa dedicata al cuore di Gesù presente in città quella del Gesù vecchio che si trova in Via Giovanni Paladino.

Il palazzo era abitato dalla Compagnia di Gesù e fu trasformata in Chiesa su volere dei napoletani che non volevano perdere lo storico edificio dove dimoravano i Sanseverino, i principi di Salerno.

I gesuiti partirono dall’abside per la costruzione di questa struttura che è prettamente rinascimentale.

Nella chiesa sono custoditi i resti di San Ciro, San Giuseppe soldato e per un periodo anche di San Francesco De Geronimo, custode delle reliquie di San Ciro, cantato da Roberto De Simone in una delle sue opere Mistero Napolitano, che metteva il bancariello a Piazza Castello e arringava le folle.

San Francesco De Geronimo è patrono di Napoli e di Grottaglie il suo paese tarantino d’origine dove adesso riposa.

Nella chiesa c’è soprattutto la cappella di San Giuseppe Moscati, questo medico scienziato che frequentava moltissimo la chiesa con la sorella Lina e che dopo la morte è stato traslato in una cappella laterale che è meta di pellegrinaggi interrotti.

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Il mistero della facciata del Gesù nuovo

Molti napoletani che da decine di generazioni frequentano la popolarissima piazza con l’omonima chiesa del Gesu Nuovo, ignorano che il palazzo nasconde nelle sue mura esterne un messaggio misterioso.

Parliamo del caratteristico bugnato a cristallo, con cui la chiesa è rivestita.

Infatti sono proprio queste pietre sagomate come delle piccole piramidi con il vertice direzionato verso l’osservatore ad attirare il nostro interesse.

Sulle piramidi ci sono dei simboli che qualcuno ha voluto raffigurare come simboli esoterici ma in realtà sono le sigle che mettevano gli scalpellini per farsi pagare per il lavoro effettuato.

Bisogna ricordare che nel regno di Napoli ,durante il tardo Medioevo e il il Rinascimento ,che le diverse occupazioni che si succedettero al governo del Regno (Normanni , Svevi , Angioini e Aragonesi ) furono dei tramiti per tutti quegli artigiani “iniziati” che giunsero a Napoli ,dalla Francia cistercense, dalla Spagna e dal nord Europa, e che crearono delle confraternite sul modello Templare ,ed in seguito diedero vita a delle corporazioni della ”Antica Tradizione”.

Tra queste bisogna ricordare la potentissima e segreta corporazione dei “Maestri Pipernieri”, che erano gli unici a modellare la durissima “pietra di piperno”, essi probabilmente custodivano nelle loro conoscenze anche i segreti dei noti “tagliatori di pietre” campani di epoca tarda Romana ,che erano esperti nel sagomare la dura pietra lavica .

Le fraternità dei Maestri pipernieri avevano particolari conoscenze sui materiali e sulle lavorazioni che si tramandavano poi agli apprendisti sotto giuramento.

I misteriosi tagliapietre , erano depositari di conoscenze che permettevano loro di individuare i “luoghi di forza” ,dove la pietra emanava particolari vibrazioni, e da li estraevano poi il materiale per le loro costruzioni .

Probabilmente tale abilità fu un retaggio , dell’antica conoscenza che avevano ereditato ,dove il sacerdote (operatore/rabdomante) possedeva la sensibilità per individuare questi “luoghi di potere”, e dove poi sarebbero sorti gli antichi templi .

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